Giorno 3 febbraio 2018 presso il Villaggio della Speranza Dopo di Noi è stata celebrata una Santa Messa di ringraziamento per il dono di 34 pini marini donati dal “Rotary Club Patti Terra del Tindari” nell’ambito della campagna del Rotary “un albero per ogni socio” ed è stata scoperta una targa in ricordo dell’evento.
Erano presenti i membri del Club Rotary, il presidente dell’Anffas Onlus di Patti e i ragazzi con i loro familiari. La messa è stata celebrata da Padre Leonardo Maimone, direttore della Caritas Diocesana, che al termine essendo San Biagio ha benedetto i presenti.
Il presidente dell’Anffas Onlus di Patti, Dott. Antonino Zampino, ha rivolto un ringraziamento al presidente del “Rotary Club Patti Terra del Tindari” Cav. Nunzio Merlo e ha colto l’occasione per condividere alcune riflessioni di Papa Francesco riguardanti le persone con disabilità:“Ringrazio il “Rotary Club Patti Terra del Tindari” nella persona del presidente Cav. Merlo Nunzio e tutti i rotariani del club per il dono e colgo l’occasione per condividere con voi alcune riflessioni ascoltate in occasione del convegno di Roma tra i catechisti dei 5 continenti della Terra dalla viva voce di Papa Francesco. In quell’occasione il Papa ci ha detto che malgrado la crescita della consapevolezza della dignità di ogni persona a livello culturale permangono espressioni che ledono la dignità delle persone con disabilità per il prevalere di una falsa concezione della vita. Infatti una visione narcisistica, utilitaristica porta non pochi a considerare come marginali le persone con disabilità ed ad un atteggiamento di rifiuto di questa condizione come se essa impedisse di essere felici e di realizzare se stessi. La vulnerabilità appartiene all’essere dell’uomo. L’unica risposta è l’Amore non quello falso, sdolcinato, pietistico, del benefattore ma quello concreto e rispettoso. Per questo ognuno deve abbandonare la categoria della sicurezza della forza, della superiorità del sentirsi maestro o benefattore dell’altro, idolatrando se stesso e le proprie iniziative e prender coscienza della propria diversità ed unicità armonizzandola con quella dell’altro nella pari dignità che deriva dal fatto che siamo stati creati tutti, nessuno escluso, ad immagine e somiglianza di Dio e che nulla ci appartiene e tutto è Dono gratuito del Creatore.
Voglio consegnarvi una parola che racchiude questo messaggio e che è dono della cultura indiana. La parola è “Namastè” è il saluto col quale le persone indiane ricordano a se stesse ed agli altri con sintesi straordinaria quanto detto sopra. Infatti tale parola significa “adoro Dio presente in te” ed allora “Namastè a ciascuno di voi!”

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